Paolo De Poli artigiano imprenditore e designer
Abstract
Quella dell’artigiano-imprenditore è una delle modalità attraverso cui si è esplicitata nel corso del Novecento l’attività di progettazione in Italia. Questa categoria è ben rappresentata dall’artista, artigiano, designer Paolo De Poli che, a partire dalla prima metà degli anni trenta e in particolare nel corso dei vent’anni successivi, ha continuato a guidare una bottega di produzione di oggetti smaltati a gran fuoco seguendo alcuni lavori anche per l’architetto Gio Ponti. L’articolo, ricorrendo a fonti primarie provenienti dall’archivio De Poli conservate all’Archivio Progetti Iuav di Venezia, intende ricostruire l’attività e l’organizzazione del lavoro di uno studio-laboratorio che si contraddistingue per essere al tempo stesso luogo di ideazione, produzione, esposizione e vendita di oggetti che pur essendo di matrice artigianale, possono essere ascritti per alcuni aspetti a modalità processuali di una produzione seriale. L’analisi delle scelte operate da De Poli permette perciò di ricostruire l’apporto della produzione artigianale alla cultura del design, dimostrando la validità di un modello operativo che, praticamente trascurato dalla storiografia ufficiale, merita oggi di essere riconsiderato.
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