Max Huber: sinestesie tra grafica e pittura

  • Chiara Mari Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano
Parole chiave: Concretismo, Max Huber, Graphic Design, Pittura

Abstract

Fin dal periodo di formazione nella Zurigo degli anni Trenta, ricerca pittorica di matrice astratto-concreta e ricerca ‘applicata’ alla pubblicità, all’editoria e alla tipografia sono strettamente connesse nella metodologia di lavoro di Max Huber, in linea con la concezione di unità delle arti derivante dal Bauhaus. Questi sconfinamenti conferiscono alla sua grafica un’eleganza e una forza comunicativa sempre lontane da soluzioni facili o banali, secondo un’idea di cultura progettuale al servizio dell’uomo e della società.

Biografia autore

Chiara Mari, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano

Dottore di ricerca in Storia dell’arte contemporanea, dal 2009 è impegnata nella ricerca e nella didattica universitaria presso l’Università Cattolica di Milano e di Brescia. Attualmente sta svolgendo un progetto di ricerca post-dottorato presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia. I suoi contributi di studio hanno riguardato aspetti della ricerca artistica italiana sia dell’Ottocento che del Novecento, in modo particolare l’illustrazione e la caricatura nella Milano della seconda metà dell’Ottocento, i dibattiti critici sulla scultura monumentale e sul rapporto tra arti decorative e architettura tra anni venti e quaranta del Novecento, gli sconfinamenti tra media e discipline e l’apertura dell’arte allo “spazio sociale” tra anni sessanta e anni settanta, il dialogo tra arti visive e medium televisivo.

Pubblicato
2013-03-01
Sezione
Microstorie