Giovanni Klaus Koenig e l’approccio semiotico al design
Abstract
Conservatore e anticonformista, capace di contrappuntare una lucida severità morale a un’invettiva canzonatoria, Giovanni Klaus Koenig, critico e storico fiorentino d’adozione, ha raccontato la storia del design non solo dalla nuova angolatura della semiotica ma anche attraverso una esemplare macro aneddotica popolare. Il suo testo di teoria Il design è un pipistrello: 1/2 topo e 1/2 uccello, pubblicato postumo con un’introduzione di Giuseppe Lotti ed Egidio Mucci nel 1995, raccoglie parte dei suoi saggi migliori: la lettura rispecchia l’animo di Koenig in tutta la sua versatilità. Come ricordava Tomás Maldonado pochi anni fa, “la fortissima invettiva verbale e polemica di Koenig era una semplificazione di tipo popolare del suo pensiero, d’impatto straordinariamente facile” (Brizzi, Di Cintio, Segoni, & Terpolilli, 1997) ) e questo emerge con forza dal libro: la facilità nell’esporre fatti complessi in modo semplice e vivace, la necessità di smarcare la cultura del design dalla protocollata eredità idealistica crociana attraverso un linguaggio diretto, frutto della sua passione nel restituire alla storia concretezza, realtà e materialità. Koenig resta un riferimento importante per il confronto tra il design e le sue valenze linguistiche e comunicative, e nell’applicazione di un metodo d’analisi degli oggetti che adotta il punto di vista della strutturazione nel tempo dei loro significati.
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