AIS/Design. Storia e Ricerche https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR <p class="p1"><span class="s1"><strong>AIS/Design. Storia e Ricerche</strong></span><span class="s2"> è la rivista on line, a libero accesso e peer-reviewed, dell’Associazione Italiana Storici del Design (AIS/Design). <br></span><span class="s2">La rivista, fondata nel 2012, pubblica ricerche in tutti gli ambiti della storia del design.</span></p> <p class="p1"><span class="s1"><strong>ISSN:</strong></span><span class="s2">&nbsp;2281-7603</span></p> <p class="p1"><span class="s1"><strong>Periodicità:</strong></span><span class="s2"> semestrale<br></span></p> <p class="p1"><span class="s2"><strong>Indicizzazione:</strong> <a href="https://www.anvur.it/wp-content/uploads/2022/02/Elenco-riviste-scient_Area08_IIIquad_090222.pdf" target="_blank" rel="noopener">Anvur</a>, <a href="https://scholar.google.com/scholar?start=0&amp;q=AIS+design+storia+e+ricerche&amp;hl=it&amp;as_sdt=0,5" target="_blank" rel="noopener">GoogleScholar</a>, <a href="https://www.netscientificjournals.com/smart-platform/journal/ais-design-journal/" target="_blank" rel="noopener">Net Scientific Journals</a>, <a href="https://portal.issn.org/resource/ISSN/2281-7603" target="_blank" rel="noopener">ROAD</a>.</span></p> it-IT <p><a href="http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.en_US" rel="license">Creative Commons NonCommercial-NoDerivates 4.0 international License (CC BY-NC-ND 4.0)</a>.</p> direttore@aisdesign.org (Raimonda Riccini) journal@aisdesign.org (Chiara Lecce) ven, 21 giu 2024 01:31:46 +0200 OJS 3.1.2.1 http://blogs.law.harvard.edu/tech/rss 60 Il design di fronte ai limiti della crescita https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/272 <div class="page" title="Page 7"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>Il rapporto tra design e sostenibilità ambientale e, più in generale, le forme e i modi in cui la cultura contemporanea del progetto si è confrontata con il problema dei limiti delle risorse e del loro utilizzo sono le tematiche affronta- te dal presente numero “AIS/Design. Storia e ricerche”.</p> </div> </div> </div> Dario Scodeller,Eleonora Trivellin Copyright (c) 2024 Dario Scodeller,Eleonora Trivellin https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/272 gio, 20 giu 2024 00:00:00 +0200 I Iimiti dello Sviluppo 1972: ambiente, futuro, design, industria https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/273 <div class="page" title="Page 7"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>Il volume The Limits to Growth ha avuto una straordinaria fortuna, autonoma rispetto agli autori stessi. È stato tradotto in più di 30 lingue e distribuito in milioni di copie: un libro citato ovunque, da architetti, geografi, designer, eco- nomisti, sociologi, ambientalisti, ma anche politici e scienziati, e ampiamente adottato anche come testo universitario, nonostante le numerose critiche rice- vute dopo la sua pubblicazione riguardo alla sua scarsa validità scientifica. Questo saggio si propone tre obiettivi: collocare il noto volume The Limits to Growth (Meadows 1972), pubblicato nel 1972 e tradotto in italiano I Limiti dello sviluppo, all’interno del dibattito internazionale sul design; restituire una possibile legacy del libro rispetto alla dimensione del progetto; infine, tracciare un filo rosso tra la genesi del rapporto e la cultura industriale in Italia.</p> </div> </div> </div> Pier Paolo Peruccio Copyright (c) 2024 Pier Paolo Peruccio https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/273 gio, 20 giu 2024 00:00:00 +0200 Design e pensiero ecologico. Politica e futures studies nelle pagine delle riviste italiane dei primi anni settanta https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/276 <div class="page" title="Page 7"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>Ogni crisi economica genera riflessioni sui futuri possibili. Questo è stato vero nell’Italia degli anni settanta, un periodo caratterizzato dal successo di inizia- tive basate sulla necessità di proporre un’interpretazione ideologica delle que- stioni ambientali. A partire dalla fine degli anni sessanta, la cultura del design, i futures studies e l’ambientalismo condividono un progetto alternativo per la società. Le critiche marxiste al capitalismo offrono lo slancio per una nuova azione politica incentrata sulla rivendicazione dei valori ecologici legati alla ri- costruzione sociale. In che modo la materializzazione dei futuri da parte delle culture del design ha influenzato la comprensione del rapporto tra progetto, risorse naturali ed esseri umani in una prospettiva ecologica?<br>L’articolo illustra la maturazione di uno specifico approccio all’idea di ecologia da parte delle culture del design, mettendo in evidenza le possibili convergen- ze con forme, strumenti e contenuti divulgativi appartenenti ad altri ambiti, in particolare alla “futurologia”. Dal punto di vista metodologico, si concentra sui canali di mediazione come fonti primarie della ricerca per ricostruire una sto- ria della sostenibilità. Dopo aver introdotto una panoramica dei possibili am- biti di sovrapposizione, si concentra su due saggi che documentano il dibattito attraverso prospettive diverse: l’articolo Ecologia e progettazione industriale pubblicato su Futuribili da Gui Bonsiepe (1971) e il saggio Dal design all’ecolo- gia generale di Giulio Carlo Argan pubblicato su Strutture Ambientali (1970).</p> </div> </div> </div> Elena Formia Copyright (c) 2024 Elena Formia https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/276 gio, 20 giu 2024 17:23:19 +0200 L'Apocalisse a Disneyland. Il design e la sfida ecologica nell’IDCA https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/271 <div class="page" title="Page 7"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>Nata nel 1951 su iniziativa dell’industriale e filantropo Walter Paepcke, la IDCA (International Design Conference at Aspen) ha rappresentato indubbiamente un osservatorio privilegiato sulla cultura del design per tutta la seconda metà del Novecento, non solo in ambito nordamericano. Nonostante le intenzioni iniziali di Paepcke fossero dichiaratamente business-led (Allen 1983) – creare un’occasione di incontro annuale tra il mondo dell’impresa e quello del design nei suoi vari ambiti di applicazione – le questioni relative alla responsabilità ecologica e sociale del progetto non tardarono ad emergere, in particolare dal- la seconda metà degli anni Sessanta in poi.</p> <p>Nell’edizione del 1965, intitolata “The New World”, il chair George Nelson fece qualche passo in avanti nella considerazione dei temi ambientali; in “Order and Disorder” (1967) il j’accuse dell’architetto Alfred Caldwell allo stile di vita mo- derno tacciato di “avvelenare il pianeta e renderlo incompatibile con la vita” ebbe un grande impatto sulla stampa e, molto presumibilmente, su Victor Papanek presente tra il pubblico.<br>L’IDCA “The Rest of our Lives” del 1969 – poco dopo la costituzione del Club di Roma, e proprio nell’anno in cui Buckminster Fuller pubblicava il suo Operating Manual for Spaceship Earth – assunse toni più preoccupati, anche e soprattutto per la coscienza sempre più chiara dell’entità delle sfide a cui dover far fronte. Per finire, la controversa edizione del 1970, intitolata proprio “Environment by Design”, vide l’attacco aperto all’élite degli organizzatori da parte di studenti, ambientalisti ed esponenti della sinistra radicale: la coscien- za ecologica non era più percepita come una premessa comune, ma come vero e proprio terreno di scontro ideologico e politico.<br>Incentrandosi prevalentemente su fonti primarie dall’archivio IDCA del Getty Research Institute di Los Angeles, questo contributo si propone di gettar luce sul modo in cui le conferenze di Aspen contribuirono ad alimentare la rifles- sione sul rapporto tra pensiero ecologico e design in anni che, a tale riguardo, risultano cruciali.</p> </div> </div> </div> Elena Dellapiana,Ramon Rispoli Copyright (c) 2024 Elena Dellapiana,Ramon Rispoli https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/271 gio, 20 giu 2024 00:00:00 +0200 Tomás Maldonado e Victor Papanek. Due alternative per i designer contemporanei https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/277 <div class="page" title="Page 7"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>La questione ambientale è il tema centrale del nostro tempo e su di essa con- vergono sfide sociali, economiche e politiche. Sebbene il design non sia esente dal confronto con tale orizzonte problematico, il panorama progettuale con- temporaneo appare privo di un apparato teorico unitario. In tal senso, può es- sere utile riflettere sui momenti inaugurali del discorso sul design responsabile per scorgere alternative che rischiarino il dibattito contemporaneo.<br>Non è raro che uno sguardo retrospettivo accosti i pensieri di due pionieri dell’approccio ecologico, sociale e responsabile al design: Tomás Maldonado e Victor Papanek. Con l’ausilio di documenti inediti (tratti dal Fondo Maldonado, recentemente reso accessibile dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli) e attra- verso la ricostruzione storica e la lettura comparata delle nuove edizioni ita- liane dei loro classici (La speranza progettuale e Design per il mondo reale), il saggio fa emergere i punti di contatto e le differenze tra due filosofie proget- tuali che, benché storicamente situate, sono ancora attuali.</p> </div> </div> </div> Pierfrancesco Califano Copyright (c) 2024 Pierfrancesco Califano https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/277 gio, 20 giu 2024 00:00:00 +0200 Intervista di Elisabetta Trincherini a Emanuele Quinz https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/278 <div class="page" title="Page 7"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>Emanuele Quinz (Bolzano, 1973) è storico dell’arte e curatore, professore associato all’Université Paris 8 e ricercatore associato all’EnsadLab (École nationale supérieure des Arts Décoratifs), le sue ricerche esplorano le zone di frontiera tra diverse discipline artistiche. Molte le pubblicazioni di rilievo, per brevità ci limitiamo a ricordare qui il recente <em>Contro l’oggetto. Conversazioni sul design</em> (Quodlibet 2020, Compasso d’oro ADI 2022).<br>Quinz inoltre collabora regolarmente con istituzioni internazionali come il Centre Pompidou, il Centre Pompidou-Metz e l’Uqàm di Montréal oltre a diri- gere svariati progetti di ricerca. Abbiamo ritenuto importante intervistarlo in occasione di questo diciannovesino numero di “AIS/Design Storia e ricerche” – dedicato alla sostenibilità ambientale nell’alveo della cultura del design – nella sua veste di co-curatore, con Alison J. Clarke, direttrice della Fondazio- ne Papanek, delle recenti riedizioni, italiana e francese, di <em>Design for the Real World</em>.<br>Sono tra le ragioni dell’intervista: lo svisceramento della storia editoriale del libro, complessa e per certi versi travagliata, la fortuna (o sfortuna) critica della pubblicazione che ha reso Papanek l’“agente provocatore del mondo del design del secondo Novecento”. Ne è un esempio la ricezione italiana dell’opera, spaccata dentro la stessa <em>Casabella</em> tra le posizioni favorevoli di Mendini e quelle critiche di Bonsiepe, anche sulla scorta della sua vicinanza a Maldonado. Il rapporto con Fuller, la cui prefazione appare per poi scomparire solo in alcune lingue e non in altre, vede tra i due una prima coincidenza di intenti nell’approccio “ontologico” al design per poi divergere, saldando Papanek in una prospettiva antropologica a dispetto di quella cibernetica del maestro.<br>Si ritiene che proprio attraverso la storicizzazione delle vicende editoriali – per via delle difformità tra i paesi di edizione, per gli importanti rimaneggia- menti che a ogni edizione Papanek apportava – sia possibile seguire l’evol- versi del pensiero dell’autore e meglio comprenderne se presente, l’odierna attualità, così come la sua eredità per le giovani generazioni e non.</p> </div> </div> </div> Elisabetta Trincherini Copyright (c) 2024 Elisabetta Trincherini https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/278 gio, 20 giu 2024 17:50:09 +0200 Italia, anni venti-novanta. Le plastiche nell’ambito del design. Dalla sostenibilità economica alla sostenibilità ambientale https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/279 <div class="page" title="Page 7"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>La storia del design italiano è indissolubilmente intrecciata alla storia dei ma- teriali plastici, secondo un percorso che ha le sue origini nei primi decenni<br>del Novecento. In relazione all’importanza che oggi la problematizzazione dei materiali assume nella sfida verso la transizione ecologica, l’obiettivo di questo saggio è dispiegare il percorso evolutivo delle materie plastiche, intercettando alcuni dei cambiamenti nella cultura del design inerenti alle nuove tecnologie e al ruolo assunto dal design a garanzia dell’idoneo e corretto uso di processi di sintesi. La rilettura della storia delle “plastiche” in Italia si concentra in par- ticolare su alcune fasi storiche e vicende chiave per la comprensione delle tra- sformazioni tecnologiche a cui la cultura del progetto ha risposto, modifican- do l’uso e gli esiti dei prodotti, con impatti sulla loro significazione e consumo. Dalla rilettura storica emerge in una prima fase il prevalere di un approccio entusiastico ed acritico nell’appropriarsi dello sviluppo tecno-scientifico.<br>Dopo mezzo secolo di sviluppo produttivo-industriale con danni all’ambiente dovuti anche all’uso massivo dei materiali plastici sintetici, istantaneo e spesso noncurante, si è giunti, nella contemporaneità, all’emergere di un approccio critico che sottrae le idee di progresso e sviluppo a un’interpretazione esclusi- vamente economica e quantitativa.</p> </div> </div> </div> Marinella Ferrara,Beatrice Bianco Copyright (c) 2024 Marinella Ferrara,Beatrice Bianco https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/279 ven, 21 giu 2024 00:17:41 +0200 9999: progettazione radicale orientata alla natura https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/280 <div class="page" title="Page 7"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>La stagione dei gruppi definiti Radicali, che si formarono nell’ambiente fioren- tino negli anni sessanta del Novecento, vede il gruppo 9999 distinguersi per la sua vocazione ecologista.<br>La critica alla società contemporanea viene espressa coniugando la fiducia verso un’innovazione tecnologica in grado di favorire i processi democratici e, contemporaneamente, il rispetto e la valorizzazione dell’ambiente naturale. Tra le realizzazioni del gruppo in grado di esprimere in modo evidente la sen- sibilità nei confronti delle tematiche di salvaguardia dell’ambiente, vengono qui approfonditi il progetto Apollo, il progetto per la nuova sede dell’Università di Firenze, la Casa Orto vincitrice del concorso per giovani progettisti all’interno della mostra <em>Italy. The new Domestic Landscape</em> del 1972 a New York e <em>S –SPACE Mondial Festival n.1</em>, in parte collegabile al progetto selezionato per il MoMa, tutti pubblicati nel libro <em>Ricordi di architettura</em>.<br>In queste opere il rapporto tra storia, arte, tecnologia e natura è espresso come affermazione di un pensiero autonomo – libero dai legami con l’impresa e con la merce – frutto del proprio tempo e, contemporaneamente, in grado di promuovere una visione del futuro.</p> </div> </div> </div> Eleonora Trivellin Copyright (c) 2024 Eleonora Trivellin https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/280 ven, 21 giu 2024 00:29:21 +0200 “Il verde è tuo”. Una rilettura della relazione tra la grafica di pubblica utilità e pubblicità sociale, attraverso i progetti di comunicazione visiva ambientalista negli anni Settanta in Italia https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/281 <div class="page" title="Page 7"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>Nei primi anni settanta, all’interno della Confederazione Generale Italiana della Pubblicità, nasce il Comitato Pubblicità Progresso, con l’obiettivo di portare al grande pubblico temi di interesse sociale attraverso una pianificazione pubbli- citaria su tutto il territorio nazionale. Con lo slogan “Il verde è tuo: Difendilo!”, la seconda campagna sociale di Pubblicità Progresso sceglie di sensibilizzare la società italiana rispetto al degrado ambientale prodotto da anni di indiscipli- nato “boom economico”. La campagna, curata su differenti media dall’agenzia ATA-Univas, si inserisce in quel fermento interno al mondo pubblicitario che prende il nome di “pubblicità sociale”.<br>L’anno successivo al lancio dell’operazione di battage pubblicitario ambientali- sta, sul periodico <em>Linea grafica</em>, Albe Steiner definisce il concetto di comunica- zione per gli enti pubblici, ponendolo in alternativa alla comunicazione pub- blicitaria e definendo i confini teorici e progettuali della lunga stagione della “grafica di pubblica utilità”.<br>Nonostante il comune intento di sensibilizzare il pubblico verso la tematica di interesse sociale e l’utilizzo in entrambi i casi della comunicazione visiva come canale preferenziale, l’esperienza della pubblicità sociale e quella della grafica di pubblica utilità sono state vissute come distanti tra loro, rimarcando la frat- tura venutasi a creare negli stessi anni tra grafici e agenzie di pubblicità. Tale spaccatura si è spesso ripercossa anche nelle storie della pubblicità come pure in quelle del graphic design, nelle quali i due fenomeni non coesistono e vengo- no spesso vicendevolmente omessi.<br>Se in particolare la storia della grafica ha privilegiato una narrazione volta a sostenere una sorta di primato etico dei graphic designer di pubblica utilità ri- spetto al mondo della pubblicità commerciale considerato come avamposto del- la società capitalistica e consumistica, questo saggio prova a riconsiderare le due esperienze indagandone le similitudini, le differenze e l’impatto sociale dei due filoni a partire da un’analisi delle campagne ambientaliste realizzate.</p> </div> </div> </div> Michele Galluzzo Copyright (c) 2024 Michele Galluzzo https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/281 ven, 21 giu 2024 00:45:15 +0200 Design tra ecologia politica e ambientalismo “scientifico”. Dalle esperienze degli anni settanta al contributo di Ezio Manzini https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/282 <div class="page" title="Page 7"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>Il contributo esamina i modi in cui, nel corso degli anni settanta, la cultura ita- liana del design si confronta con l’impatto sulla salute e sull’ambiente generato dalla sovrapproduzione di oggetti e artefatti e illustra alcune posizioni politi- che e proposte operative formulate dai designer come soluzione a tali proble- mi. Dopo un inquadramento del contesto italiano e del dibattito culturale e ide- ologico che lo attraversa, il saggio esamina una serie di formulazioni teoriche e progetti pubblicati nei primi anni settanta sulla rivista <em>Casabella</em>, tracciando infine una possibile linea di continuità tra le ricerche di quegli anni e il contri- buto offerto in questo campo da Ezio Manzini negli anni ottanta e novanta. L’obiettivo è quello di chiarire in quali modi la cultura italiana del progetto ha assorbito e metabolizzato molte di quelle istanze di cambiamento, impegnan- dosi contemporaneamente su un fronte “contestativo” e su uno propositivo di modelli di sviluppo alternativi.</p> </div> </div> </div> Dario Scodeller Copyright (c) 2024 Dario Scodeller https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/282 ven, 21 giu 2024 00:51:41 +0200 Il pensiero ecologico: cenni storici https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/284 <div class="page" title="Page 7"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>Inauguriamo con questo numero di <em>AIS/Design. Storia e ricerche</em> una sezione Documenti, che accoglie idealmente proposte di rilettura di scritti che hanno attinenza con il tema o testimonianze significative introdotte da un testo di inquadramento critico.<br>Il testo di Raimondo di Strassoldo <em>Il pensiero ecologico: cenni storici</em>, appare nel 1993 come introduzione al suo libro <em>Le radici dell’erba. Sociologia dei movimenti ambientali di base</em>&nbsp;(Napoli: Liguori editore).<br>Raimondo di Strassoldo (1942) è stato professore ordinario di Sociologia ur- bano-rurale all’Università di Palermo e di Sociologia dell’arte all’Università di Udine, dove ha diretto, dal 1995 al 2001, il Dipartimento di Economia, società e territorio. È stato presidente del Comitato di ricerca sull’ecologia sociale dell’Associazione internazionale di sociologia ed è autore di numerose pubbli- cazioni sui temi ambientali.<br>In questa introduzione, corredata da una corposa e utilissima bibliografia, di Strassoldo affronta, dal punto di vista storico, la genesi del pensiero ecologi- co. Approccio storico che utilizza anche nei successivi capitoli, che illustrano la sociologia dei nuovi movimenti degli anni sessanta e le origini del movi- mento ambientalista e la sua evoluzione negli anni settanta e ottanta, alter- nando riflessione sociologica e scrittura storica.<br>Ringraziamo il prof. Di Strassoldo per averci concesso di pubblicare il saggio e il prof. Mauro Pascolini, dell’Università degli studi di Udine, per aver corte- semente fatto da tramite.</p> </div> </div> </div> Raimondo Di Strassoldo Copyright (c) 2024 Raimondo Di Strassoldo https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/284 ven, 21 giu 2024 01:07:47 +0200 Radical notes oggi. Interviste a Gianpiero Frassinelli, Paolo Deganello, Franco Raggi https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/285 <p>Le interviste di Elisabetta Trincherini a Gianpiero Frassinelli, Paolo Deganello, Franco Raggi, introdotte da un saggio d’inquadramento storico, ricostruisco- no per brevi note il rapporto dei tre autori con alcuni temi e protagonisti del design per la sostenibilità.</p> Elisabetta Trincherini Copyright (c) 2024 Elisabetta Trincherini https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/285 ven, 21 giu 2024 01:16:34 +0200 Una storia dei rifiuti come premessa a una critica sociale https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/286 <div class="page" title="Page 7"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p><strong>Recensione del libro<br></strong>Baptiste Monsaingeon, <em>Homo detritus: critica della società dei rifiut</em>i Firenze-Milano: Giunti; Brà: Slow Food editore; Pollenzo: Università di scienze gastronomiche di Pollenzo, 2019, pp. 246, traduzione di Monica Miniati. Edizione originale, Parigi: Seuil (Raccolta Antropocene), 2017</p> </div> </div> </div> Dario Scodeller Copyright (c) 2024 Dario Scodeller https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://www.aisdesign.org/ser/index.php/SeR/article/view/286 ven, 21 giu 2024 01:28:35 +0200