Come scrivono i designer

Note di letture comparate per una linguistica disciplinare

Parole chiave: Design History, Lingua italiana, Linguaggi settoriali, Storia, Testualità

Abstract

Esiste una lingua del design? Il rapido affermarsi della disciplina del design in Italia fin dai primi decenni del secolo scorso vede emergere in contemporanea una lingua speciale, che si manifesta negli scritti degli artefici del disegno industriale (artisti e artigiani), così come nella scrittura dei suoi teorici (progettisti e ideologi della disciplina) e dei suoi critici. Il contributo si pone come obiettivo la valutazione della letteratura del design nella sua prospettiva storica attraverso l’analisi linguistica dei testi di alcuni dei suoi massimi rappresentanti (da Gio Ponti a Alberto Rosselli a Alessandro Mendini), per cogliere gli aspetti salienti di uno dei settori produttivi di grande rilievo nella vita civile italiana del Novecento. Il risultato ricercato è duplice: iniziare, come già avviene in altre discipline, uno studio delle forme linguistico-espressive frutto dei cambiamenti teorici nell’ambito del design e la raccolta in un Glossario dei termini che diventano tipici della lingua del design. Grazie alla descrizione dei tratti salienti dell’espressività linguistica di chi scrive del e sul design si intende dare un contributo alla definizione dell’individualità della disciplina, che riflette il sincretismo delle attività settoriali che la compongono (dalla produzione industriale in tutte le sua fasi alla teorizzazione, che da sempre si avvale delle teorie artistiche ed estetiche coeve) e mantenendo presente il principio che una lingua utilizzata per spiegare e raccontare una pratica in continua trasformazione è anch’essa “materia viva”.

Biografie autore

Elena Dellapiana, Politecnico di Torino

Architetto, PhD, professore associato di storia dell’architettura e del design presso il Dipartimento di architettura e design del Politecnico di Torino. Svolge attività di ricerca e ha pubblicato saggi e monografie sulla storia dell’architettura della città e del design del XIX e XX secolo, sulla formazione degli architetti e sul rapporto tra le arti applicate e il “sistema delle arti” in volumi collettanei e riviste nazionali e internazionali. La monografia Giuseppe Talucchi architetto (Celid, 1999) ha ottenuto il premio de Angelis D’Ossat per giovani ricercatori nel 2001. Nel 2013 ha collaborato al volume Made in Italy. Rethinking a Century of Italian Design, a cura di K. Fallan e G. Lees Maffey (Bloomsbury). Per i tipi Electa ha collaborato alla realizzazione del volume Storia dell’architettura italiana: L’Ottocento (a cura di A. Restucci, Milano, Electa, 2005), ha firmato la monografia Il design della ceramica in Italia 1850-2000 (Milano, Electa, 2010) e, con F. Bulegato, Il design degli architetti in Italia 1920-2000 (Milano, Electa, 2014). Con G. Montanari, Una storia dell’architettura contemporanea (Torino, Utet, 2015).

Anna Siekiera, Università degli Studi del Molise

Ha studiato all’Universytet Jagielloński di Cracovia e all’Università di Firenze, laureandosi in Storia della lingua italiana presso l’Ateneo fiorentino, dove ha conseguito anche il titolo di dottore di ricerca in Linguistica italiana. Dal 2005 è professore associato all’Università del Molise. La sua attività di ricerca tocca la storia della lingua dei secoli XV e XVI: i fenomeni linguistici, così come i processi culturali che si rispecchiano nella formazione del lessico colto e nell’organizzazione testuale dei testi scientifici e divulgativi (dalla musica alla filosofia alla critica d’arte). A capo delle unità locali di ricerca PRIN 2006 e PRIN 2008 si è dedicata agli studi della letteratura architettonica del Cinquecento. Tra le sue pubblicazioni: Tradurre per musica (Paris, “Belles Lettres” 2000), Delineare con le parole. Guide di Roma nel Cinquecento (2009), edizione della Descrittione del Palazzo Ducale d’Urbino di Bernardino Baldi (Alessandria, 2010).

Pubblicato
2015-09-30