AIS/Design. Storia e Ricerche – N.11

I “classici” della storia del design. 
Riletture fra progetto della storia e storia del progetto
edited by Fiorella Bulegato, Dario Scodeller, Carlo Vinti

“D’un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima.
D’un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura”.
Italo Calvino, Perché leggere i classici, Milano: Mondadori, 1995 [1981].

Il numero 11 di “AIS/Design. Storia e Ricerche” propone una rilettura critica di alcuni testi “classici” della storia del design.
Sei titoli*, scelti dai curatori del numero fra le storie pubblicate in Italia (o tradotte in italiano) fra gli anni settanta del Novecento e i primi anni duemila, saranno affidati su invito a diversi autori per una rilettura critica. Inoltre, i curatori invitano altri autori a presentare testi o articoli di carattere storiografico che, a diverso titolo, possono essere considerati dei “classici” della storia del design.
La presente call ha quindi l’obiettivo di raccogliere proposte di rilettura di monografie e numeri tematici di riviste che, per la metodologia di ricerca, la forma di scrittura adottata e la rilevanza degli argomenti affrontati, possano ritenersi particolarmente significative per la storia del design in Italia, in specifici contesti nazionali o a livello internazionale.

Attraverso il riesame critico dei testi selezionati e di quelli che saranno scelti da chi risponderà alla call, questo numero di “AIS/Design. Storia e Ricerche” si propone – pur senza alcuna pretesa di esaustività – di costruire una costellazione di riferimenti, una raccolta di reinterpretazioni di alcuni delle opere che hanno contribuito a formare l’idea stessa di storia del design.
Invitiamo gli autori delle proposte ad adottare, in particolare, due chiavi interpretative nella loro rilettura dei testi: una legata al concetto di “progetto storico” e l’altra all’idea di “classico”.

  1. La realizzazione di un’opera storica richiede la formulazione di un progetto.
    Ogni storia si costruisce attraverso una serie di interrogativi che l’autore pone idealmente al materiale che sta indagando. Il tipo di domande e il modo in cui l’autore le formula, le problematiche che tali quesiti individuano, la selezione e il discrimine critico che egli opera sulle fonti testuali e iconografiche, il modo in cui si mette in relazione, interseca, utilizza le altre storie, precedenti o coeve, costituiscono le basi del “progetto storico”; esso corrisponde all’intenzione, a ciò che l’autore si propone di scrivere (alle ragioni per cui lo scrive), basandosi sull’ampiezza dei documenti a sua disposizione e in virtù della profondità a cui li ha potuti studiare.
    I curatori inoltre invitano a considerare che un’operazione di storiografia critica del design che indaghi il contesto di studi, le motivazioni degli autori, le metodologie d’indagine sottese alla scrittura delle sue opere più significative, comporta anche il duplice rischio implicito in ogni azione di riattualizzazione, ovvero:
    – dare maggiore rilievo ai significati che le opere hanno per noi oggi di quello che avevano quando furono pubblicate (per gli autori e i loro contemporanei);
    – perdere di vista, mettendo al centro i metodi di ricerca e le forme della scrittura storica, la relazione con l’oggetto dell’indagine, e cioè il design considerato come fenomeno culturale, sociale, economico-produttivo, e soprattutto come progetto.
  2. Per quanto riguarda, invece, la definizione di “classico”, adottiamo volentieri quella elaborata da Italo Calvino, il quale, riferendosi alla letteratura, ha sostenuto l’utilità dei classici in ragione della loro natura formativa.
    I “classici” – per Calvino –  sono “formativi nel senso che danno una forma alle esperienze future, fornendo modelli, […] termini di paragone, […] scale di valori, paradigmi di bellezza”. La natura di classico, inoltre, si costruisce sulla sua capacità di stratificare conoscenze “portando su di sé la traccia delle letture che hanno preceduto la nostra e dietro di sé la traccia che hanno lasciato nella cultura o nelle culture che hanno attraversato (o più semplicemente nel linguaggio o nel costume”. È legata alla capacità di sollecitare discorsi critici, rimanendone indenne, poiché “è un’opera che provoca incessantemente un pulviscolo di discorsi critici su di sé, ma continuamente se li scrolla di dosso”. Secondo Calvino perciò “È classico ciò che tende a relegare l’attualità al rango di rumore di fondo, ma nello stesso tempo di questo rumore di fondo non può fare a meno. È classico ciò che persiste come rumore di fondo anche là dove l’attualità più incompatibile fa da padrona” (I. Calvino, Perché leggere i classici, Milano: Mondadori, 1995 [1981]).

Tale doppio registro critico che chiediamo di adottare per queste riletture delle storie del design (quelle su invito e quelle che richiediamo tramite call) può essere così sintetizzato:
– il primo è relativo alla ricostruzione della prospettiva storiografica o del “progetto storico” elaborato dall’autore, in relazione al significato che il progetto rappresentava nel contesto in cui l’opera fu pubblicata, all’accoglienza critica riservatele, ai motivi della permanenza del suo valore fino ai giorni nostri;
– il secondo riguarda l’interpretazione della sua natura di “classico” – usando anche altre argomentazioni oltre a quella di Calvino e mettendo l’opera in relazione con altre per esplorarne la rilevanza nella letteratura sulla storia del progetto non solo in termini di fortuna editoriale – ed è mirato a chiarire quali siano le ragioni che hanno reso un “classico” l’opera scelta, quale valore formativo ha assunto l’opera e quali discorsi critici ha generato nel tempo ed, infine, quali significati nuovi acquisisca nel rileggerla oggi.

* Le 6 riletture affidate su invito – e pertanto escluse dalle possibili proposte inviabili attraverso la call – saranno:
– F. Bologna, Dalle arti minori all’industrial design: storia di una ideologia, Roma-Bari: Laterza, 1972;
– “Rassegna” (Allestimenti/Exhibit design), 10, 1982;
– R. De Fusco, Storia del design, Roma-Bari: Laterza, 1985 (I ed.);
– V. Castelnuovo (a cura di), Storia del disegno industriale, 3 voll., Milano: Electa, 1989;
– S. Polano, P. Vetta, Abecedario. La grafica del Novecento, Milano: Electa, 2002;
– R. Kinross, Tipografia moderna. Saggio di storia critica, Roma: Stampa Alternativa, 2005.

SCADENZE e CONTATTI
Tutti i contributi (su invito e su call) saranno sottoposti a processo di referaggio anonimo (blind peer-review).

Le scadenze sono le seguenti:

  • Entro lunedì 4 mercoledì 13 giugno 2018 invio dell’abstract con la proposta di contributo che specificherà la proposta di rilettura di monografia o di numero tematico di rivista che l’autore/gli autori intendono sottoporre a rilettura e le motivazioni della scelta (max. 300 parole, o 2000 battute); l’abstract, completo di titolo, deve essere accompagnato con 5 parole chiave e da una breve biografia (max. 150 parole, o 1000 battute);
  • Entro lunedì 18 giugno 2018: comunicazione di interesse, da parte degli editor, per le proposte ricevute e della eventuale accettazione;
  • Entro lunedì 10 settembre 2018: invio da parte degli autori della versione integrale del contributo, impostato secondo le norme redazionali della rivista e inclusivo di abstract, parole chiave, biografia dell’autore, immagini, didascalie (si veda sotto “Tipologie di contributi e preparazione dei materiali”); i contributi saranno soggetti a peer-review;
  • Entro lunedì 22 ottobre 2018: comunicazione agli autori dell’esito della peer review, della eventuale accettazione del contributo e degli interventi richiesti in vista della pubblicazione;
  •  Entro lunedì 3 dicembre 2018: invio da parte degli autori della versione definitiva dei contributi per la pubblicazione.

Tutte le consegne devono pervenire entro le date indicate all’indirizzo email: editors@aisdesign.org e in cc: journal@aisdesign.org
Per domande e chiarimenti, è possibile contattare gli editor all’indirizzo: editors@aisdesign.org

TIPOLOGIE DI CONTRIBUTI e PREPARAZIONE DEI MATERIALI

I contributi proposti devono essere testi originali. Contributi che non rispondano agli obiettivi della rivista, che siano già stati presi in considerazione da altre pubblicazioni, che siano apparsi in riviste o libri in italiano o altre lingue, o che siano repliche, nelle parole o nel senso, di lavori già pubblicati, potranno essere rifiutati senza peer-review.

Essendo dedicato alle riletture, rispetto alle consuete tipologie di contributi pubblicate dalla rivista (saggi, ricerche e microstorie), questo numero sarà composto soltanto da saggi di max 50.000 battute (comprese note, riferimenti bibliografici e didascalie).

Ciascun testo consegnato nella versione per la pubblicazione dovrà essere accompagnato da un abstract (max 150 parole o 1000 battute) in italiano e in inglese, dall’indicazione di massimo 5 parole chiave, in italiano e inglese, relative sia ai temi sia agli autori trattati, e da una breve biografia (max 150 parole o 1000 battute), in italiano e inglese.
Le norme redazionali da seguire nella preparazione dei testi sono disponibili dalla pagina:

https://docs.google.com/document/d/1O0c1zAl60HcMy8O-r_KzKm8QyRHIBltXczAajxmB7m8/edit?usp=sharing

Per l’apparato iconografico, ogni autore potrà fornire ca. 10 immagini libere da diritti o per le quali abbia già ottenuto diritto di pubblicazione (sulla rivista online), accompagnate da didascalie complete con indicazione di eventuali crediti.

[:en]Re-reading design histories:
the classics between the design of history and the history of design
edited by Fiorella Bulegato, Dario Scodeller, Carlo Vinti

“A classic is a book which with every rereading offers as much of a sense of discovery as the first reading.
A classic is a book which even when we read it for the first time gives the sense of rereading something we have read before”
Italo Calvino, Why Read the Classics? (Boston-New York: Mariner Books, 1999; Milano:Mondadori, 1995 [1981]).

Issue n. 11 of AIS/Design. Storia e Ricerche proposes a critical re-reading of some “classic” texts on design history.
Six titles, chosen by the issue’s editors from among the stories published in Italy (or translated into Italian) between the 1970s and the early 21st century, will be assigned to various authors, upon invitation, for critical review. Furthermore, the editors invite other authors to submit historiographical articles on texts that, for various reasons, can be considered “classics” of design history.
This call for submissions therefore aims to bring together proposals for reinterpreting monographs and special issues of reviews that, thanks to the research methodology, the forms of writing adopted, and the relevance of the topics addressed, can be considered particularly meaningful for the history of design in Italy, in specific national contexts or at an international level.

Through critical re-examination of the selected writings and others that will be chosen by whoever responds to the call, this issue of AIS/Design. Storia e Ricerche proposes – without any pretense of exhaustiveness – to create a constellation of references, a collection of reinterpretations of some of the works that have contributed to shaping the very idea of the history of design.
We invite the authors of the proposals to adopt, in particular, two keys to interpretation in their review of the texts: one linked to the concept of “the design of history”, and the other to the idea of “classic”.

  1. The realization of an historical work requires the formulation of a project. Every history is constructed through a series of questions that the author conceptually asks of the material s/he is investigating. The type of questions and the way the author formulates them, the problems that such queries identify, the selection and the critical discernment s/he applies to the textual and iconographic sources, the way in which s/he sets them in relation with, interweaves, and makes use of the other histories, previous or coeval, all these constitute the foundations of the “the design of history”; this corresponds to the intention, to what the author aims to write about (and the reasons why s/he is writing), based on the range of documents available and by virtue of how deeply s/he was able to fathom them.

The contributions will critically examine the author’s agenda, the investigative methodologies underpinning the writing and will contextualize the text in the framework of design history studies. The editors also invite the contributors to consider that every rereading is also an act of reactualization and that this clearly involves a two-fold risk:
– giving greater weight to the meanings that works have for us today than to the meanings they had when they were published (for the authors and their contemporaries):
– while focusing on the research methods and the historical forms of writing, losing sight of the relationship with the subject of the study, that is, design considered as a cultural, social, economic-industrial phenomenon, and especially as a project.

  1. Instead, as far as the definition of “classic” is concerned, we willingly adhere to the one elaborated by Italo Calvino, who, referring to literature, upheld the usefulness of the classics by reason of their formative nature.

The “classics” – for Calvino – are “formative in that it gives a form or shape to our future experiences, providing them with models, […] terms of comparison, […] scales of value, paradigms of beauty. The nature of classics is built on their capacity to layer knowledge, “trailing behind them the traces they have left in the culture or cultures through “bearing with them the traces of readings that preceded our own, and trailing in their wake the traces that they themselves have left on the culture or cultures they have passed through (or more simply in the language or customs). It is bound up with the capacity to stimulate critical discussion, remaining unscathed, since “it is a work which constantly generates a pulviscolar cloud of critical discourse around it, but which always shakes the particles off.” Thus, according to Calvino, “a classic is a work which relegates the noise of the present to a background hum, which at the same time the classics cannot exist without. A classic is a work which persists as background noise, even when a present which is totally incompatible with it holds sway.” (Italo Calvino, Why Read the Classics, Boston-New York: Mariner Books, 1999 / Milano: Mondadori, 1995 [1981]).

This double register of criticism that we ask to be adopted for these critical reviews of the history of design (both those on invitation and submissions requested by call) can be summarized as follows:
– the first concerns the reconstruction of the historiographical perspective or the “historical project” elaborated by the author, in relation to the meaning the project took on in the context when the work was published, its critical reception, the reasons for its enduring value to the present day:
– the second concerns the interpretation of its nature as a “classic” – also using arguments other than Calvino’s and setting the work into relation with others to explore its relevance in the literature on the history of the project not only in terms of publishing success – and aims to shed light on the reasons why the selected work has become a “classic”, the formative value the work has assumed, the critical discussions it has generated over time, and, lastly, the new meanings it acquires in re-reading it today.

The 6 reviews assigned by invitation – and thus excluded from the submissions in response to the call – will be:

– F. Bologna, Dalle arti minori all’industrial design: storia di una ideologia, Roma-Bari: Laterza, 1972;
– “Rassegna” (Allestimenti/Exhibit design), 10, 1982;
– R. De Fusco, Storia del design, Roma-Bari: Laterza, 1985 (I ed.);
– V. Castelnuovo (a cura di), Storia del disegno industriale, 3 voll., Milano: Electa, 1989;
– S. Polano, P. Vetta, Abecedario. La grafica del Novecento, Milano: Electa, 2002;
– R. Kinross, Tipografia moderna. Saggio di storia critica, Roma: Stampa Alternativa, 2005.

SUBMISSION DEADLINES AND CONTACTS

All submissions (both by invitation and in response to the call) are subject to blind peer-review.
Deadlines are as follows:

  • June 4, June 13 2018: abstract submission; the abstract (max. 300 words) should specify the proposed review of a monograph or special issue of a journal that the author/s intend to submit for review and the reasons for the choice (max. 300 words); it will include the title, 5 keywords and a short biography (max. 150 words).The abstract may be in English (or English and Italian)
  • June 18, 2018: the authors will be notified of the editors’ interest in the proposal;
  • September 10, 2018: full paper submission, adhering to the journal’s editorial standards and including the abstract, keywords, author biography, images, and captions (see below “Types of contributions and preparation of the materials);
  • By October 22, 2018: authors will be notified of the peer-review’s outcome and of the eventual acceptance of their papers (changes or additional work may be needed in view of publication);
  • December 3, 2018: final paper submission.

All submissions should be sent to: editors@aisdesign.org
and cc: journal@aisdesign.org
For information and questions contact the editors at: editors@aisdesign.org

TYPES of CONTRIBUTIONS and MANUSCRIPT PREPARATION

All proposed contributions must be original texts. Papers that are beyond the scope of the journal, that have previously been submitted to other journals or have already been featured (in any language), or that replicate texts published elsewhere, will be rejected without peer review.

The special issue dedicated to “re-readings” will depart from the journal’s usual fare (essays, research and microstories) and, instead, will be comprised exclusively of articles of max. 7500 words (including notes, bibliographical references, and captions).

Full papers will be accompanied by a short abstract (max. 150 words), a list of 5 keywords, and by a short biographical note (max. 150 words).

Style and preparation guidelines are available from:

https://docs.google.com/document/d/1i_Pj-AcveIFZp8ocYmIZF4vJYMkTJSOviubh5px3R-Y/edit?usp=sharing

To complement their contribution, authors can submit up to 10 images (copyright-free images or images for which authors have obtained the right/permission of publication), accompanied by full captions (including credits).

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