Francesco Piccolo, “Reid Miles e l’identità visiva del jazz moderno” / tesi partecipante 2023

Francesco Piccolo, Reid Miles e l’identità visiva del jazz moderno, tesi di laurea magistrale, relatrice Fiorella Bulegato. Corso di laurea in Design del prodotto e della comunicazione visiva e multimediale, Università Iuav di Venezia, a.a. 2020/21

tesi di laurea magistrale, partecipante I edizione, 2023

Abstract
Tra la metà degli anni cinquanta e la fine degli anni sessanta il grafico statunitense Reid Miles fu assunto come unico progettista grafico e art director della Blue Note Records. Egli progettò da metà anni cinquanta al 1967 l’immagine di copertina di almeno 400 album definendo codici visivi che divennero il riferimento prima per la Blue Note, e poi per tutto il jazz moderno. Inoltre, Miles disegnò tra il 1955 e il 1958 anche una dozzina di copertine per la Prestige Records che contribuirono ulteriormente a connotare l’identità visiva del genere.
Assunto come art director della Columbia Records nel 1963 ma ancora impegnato nei disegni di copertine per la Blue Note, Miles si appassionò alla fotografia e ottenne le sue prime commissioni come fotografo. Nei primi anni settanta si trasferì a Los Angeles dove nel 1971 aprì un proprio studio fotografico, in cui sperimentò un linguaggio originale adottando come riferimento il lavoro artistico di Norman Rockwell. Miles esercitò la professione di fotografo e regista di spot pubblicitari fino alla sua morte nel 1993.
La vita e la carriera di Miles sono finora state raccontate in maniera frammentaria. Le fonti consultate ricostruiscono e descrivono solo dei pezzi della storia del grafico, senza mai scendere nel dettaglio. L’obiettivo principale della ricerca è quello di ricostruire la carriera professionale di Miles, soffermandosi maggiormente sulla produzione discografica per la Blue Note e su come il linguaggio visivo adoperato per essa sia stato determinante per definire l’identità visiva del jazz moderno. In più si vuole puntare la luce su un raro esempio di collaborazione simbiotica di lunga durata tra un progettista grafico e un’azienda all’interno dell’industria musicale.
L’analisi si concentra sulle copertine degli album LP da 12 pollici, in quanto il formato su cui lavorò maggiormente Miles. Tutti i dischi sono stati prodotti e pubblicati negli Stati Uniti, come tutta la carriera del grafico, di conseguenza il contesto geografico preso in considerazione è quello statunitense. Mentre, il periodo storico di riferimento è quello che coincide con l’esperienza di Miles in Blue Note tra il 1955 e il 1967, anche se in generale lo studio si estende alla durata della vita di Miles, dal 1927 al 1993.
In definitiva l’elaborato di ricerca vuole essere una monografia sul lavoro di grafico per la musica di Miles. Dal momento che il caso è scarsamente trattato dalle antologie della grafica statunitense, la speranza è quella che la storia di Miles possa occupare uno spazio più importante all’interno della storiografia della disciplina.

parole chiave: storia del design, design della comunicazione visiva, Reid Miles, USA, anni cinquanta, copertine jazz moderno, Blue Note Records, identità visiva