Linda Raffaeli, Riviste LGBTQIA+. Archivi di lotte per la visibilità e resistenze alla norma in Italia fra anni settanta e ottanta, tesi di laurea magistrale, relatrice Maddalena dalla Mura. Corso di laurea in Design del prodotto e della comunicazione visiva, Università Iuav di Venezia, a.a. 2021/2022
tesi di laurea magistrale, premiata I edizione, 2023 > leggi la motivazione
Abstract
Da invertito a omosessuale, da omosessuale a gay e lesbica, sino a queer: la questione della nominazione è da sempre alla base della ricerca di identificazioni di percezioni di sé e di politiche diverse. Lo stesso acronimo LGBTQIA+ può essere letto come un archivio di lotte per la visibilità e per l’affermazione delle molteplici identità che resistono ai discorsi e alle tecnologie di produzione della normatività (Ferrante, 2019). Gli attuali studi queer favoriscono e invitano nuove narrazioni, nuove riscritture della storia da cui quelle lotte emergono. In questa cornice, negli ultimi anni è maturata un’attenzione particolare per il ruolo della comunicazione visiva rispetto a questioni e temi legati all’inclusività e alla riscoperta dei vari movimenti omosessuali e queer. Questa tesi nasce dalla volontà di contribuire a questo tipo di indagine concentrandosi sul contesto italiano e sul ruolo che le riviste hanno avuto nella costruzione delle identità e della visibilità delle comunità gay e lesbica. In Italia è a partire dagli anni settanta che emerge il desiderio da parte dei movimenti omosessuali di legittimare la propria esistenza attraverso la politicizzazione dei propri vissuti: questa nuova urgenza di comunicare e instaurare relazioni trova nella rivista lo strumento più adatto per riflettere sulla propria condizione, fare informazione e raccordare tra loro soggetti ed esperienze (Pezzana, 2021). In che modo quindi le riviste omosessuali in Italia hanno contribuito alla costruzione di queste identità e alla loro conquista della visibilità? L’obiettivo della ricerca è perciò quello di tracciare le vidende di quelle riviste che, fra anni settanta e anni ottanta, si sono poste come strumenti di rottura con la norma, al fine di comprendere in che modo il linguaggio visivo si declini all’interno di questo dibattito e verificare se tale resistenza alla norma e ai disciplinamenti dei corpi e delle identità trovi nel linguaggio visivo utilizzato nelle riviste una effettiva corrispondenza. In conclusione, l’analisi svolta permette di comprendere come spesso le riviste dei movimenti, con il loro progetto e la loro qualità visiva, si sono proposte come atti di resistenza alla norma, attraverso l’apertura di nuovi spazi di confronto e nuove possibilità di costruzione di identità.
parole chiave: LGBTQIA+, Italia, anni settanta, anni ottanta, riviste