Monica Pastore, “Linguaggi ibridi. I progettisti grafici italiani e il computer…” / tesi premiata 2023

Monica Pastore, Linguaggi ibridi. I progettisti grafici italiani e il computer come nuovo strumento di progetto tra gli anni Ottanta e Novanta, tesi di dottorato, relatrice Fiorella Bulegato; correlatrice Maddalena Dalla Mura. 33° ciclo, Dottorato in Architettura, Città, Design, ambito Scienze del design, Scuola di Dottorato, Università Iuav di Venezia

tesi di dottorato, premiata I edizione, 2023 > leggi la motivazione

Abstract
A metà degli anni ottanta del Novecento l’avvento del computer ha trasformato profondamente il settore della progettazione grafica, dagli strumenti alla prassi progettuale, dai supporti alla qualità degli artefatti, dall’identità dei progettisti ai linguaggi impiegati. Finora la storiografia internazionale si è occupata di questa rivoluzione in particolar modo focalizzandosi sulle realtà anglosassoni che sono entrate per prime in contatto con la nuova strumentazione digitale, tralasciando però gli episodi di molte altre nazioni considerate “periferiche”, tra cui l’Italia. Questa tesi ricostruisce le vicende relative all’ingresso in scena del computer nel campo della grafica italiana tra gli anni Ottanta e Novanta, esaminando i cambiamenti in atto nel progetto grafico, individuando diversi attori che hanno abbracciato ed esplorato i nuovi strumenti, e facendo emergere quali relazioni si sono instaurate tra di loro e come queste hanno contribuito alla trasformazione dei linguaggi visivi confrontandosi con lo scenario internazionale. Lo scopo principale è dar voce a figure minori della storia della grafica italiana e ricostruire le geografie relazionali che sottendono alcune particolari vicende.
Attraverso una serie di testimonianze orali è stato possibile individuare alcune peculiarità del panorama italiano di quegli anni. Innanzitutto si riscontra una chiara suddivisione in tre generazioni principali – gli apocalittici, gli integrati e i tecno-entusiasti – che affrontano l’avvento del computer in modo differente, e che soprattutto conducono riflessioni diverse sui linguaggi visivi, condizionati dai loro approcci e dall’atteggiamento verso la nuova strumentazione digitale. In secondo luogo si individuano quali sono le specificità del graphic design italiano nel periodo analizzato, da un lato come risultato della estesa contaminazione delle tecniche e della mescolanza delle espressioni visive, che danno origine a un progetto integrato e ibrido; dall’altro nasce come esito della capacità critica di filtrare esperienze e patrimoni diversi e di rielaborare modalità progettuali provenienti dall’estero.
Ciò che si evince alla fine è l’esistenza di una miriade di approcci differenti condizionati dal contesto in cui i progettisti lavorano, di un’eterogeneità di linguaggi che spaziano da quello più sperimentale a quelli multimediale e di una ricchezza di produzione ampliata anche dalla velocizzazione della prassi progettuale, effetto dell’elaborazione digitale degli artefatti comunicativi.

parole chiave: storia della grafica italiana, computer, anni ottanta, anni novanta, nuovi linguaggi visivi, geografie relazionali, storia contemporanea, progettisti minori, tecnologia e grafica